Come abbiamo più volte ribadito ed evidenziato sul sito e sulla pagina Facebook dell’Associazione di promozione sociale “Sicurezza, Giustizia e Legalità – Osservatorio per l’Europa” che ho l’onore di presiedere, le nostre preoccupazioni erano più che fondate.
Assistiamo, infatti, ad una inarrestabile emigrazione di giovani laureati o studenti verso l’estero, che preferiscono tentare di costruire il proprio futuro e la propria carriera fuori dai confini del nostro Paese, in quanto non vi sono più offerte di lavoro sufficienti per soddisfare le loro esigenze lavorative che gli garantiscano un futuro dignitoso nella propria nazione.
L’Associazione che rappresento, da tempo sta cercando di sensibilizzare le Istituzioni e le forze politiche a tutti i livelli, affinché vi sia una presa di coscienza, da parte di tutti gli attori del mondo politico ed istituzionale, finalizzata ad una inversione di tendenza della classe politica che ha la responsabilità di governo del Paese, la quale si dovrà mobilitare attraverso un’azione politica seria ed adeguata per limitare i gravi disagi ai nostri giovani che quotidianamente, loro malgrado, sono costretti a sopportare.
Occorre incrementare i posti di lavoro disponibili in tutto il territorio nazionale, per evitare la fuga di cervelli verso l’estero e di conseguenza l’impoverimento anche culturale nonché le potenzialità della futura classe dirigente del nostro Paese.
Siamo dell’avviso che se non si corre per tempo ai ripari, il nostro Paese rischia di diventare sempre più un Paese di vecchi senza futuro e potrebbe perdere nei prossimi 10 anni competitività. Sono oltre un milione e mezzo i giovani che potrebbero lasciare l’Italia, se si considera che in media sono circa 150.000 all’anno i giovani che attualmente migrano in cerca di migliori opportunità lavoro.
Premesso quanto sopra rappresentato, pensiamo che sia utile pubblicare il link relativo all’articolo apparso lo scorso 25 settembre u.s. sul Corriere della Sera, dal titolo L’Italia dei figli lontani, dove viene evidenziato che nel 2015, ultimo dato disponibile certificato dall’ISTAT, i giovani italiani laureati o studenti che si sono trasferiti per cercare fortuna all’estero per la loro carriera nel mercato globale sono stati 23.000, con un incremento del 15% rispetto all’anno precedente. Questo significa che ormai viviamo una condizione di grave ed insostenibile disagio che non consente di programmare un futuro lavorativo certo e dignitoso per i nostri giovani che hanno diritto di un lavoro per costruire il loro avvenire e di rimanere vicino ai propri affetti personali e familiari.
Il governo che verrà dovrà mettere al centro del dibattito politico il tema lavoro nella propria agenda politica, individuando le sinergie necessarie e trovando le risorse economiche sufficienti per sviluppare l’occupazione sostenendo le imprese, il turismo e l’agricoltura, per rilanciare l’economia al fine di creare sviluppo e ricchezza in tutto il territorio nazionale.