Il diritto alla casa quale diritto sociale, anche se non è previsto in modo espresso nella costituzione italiana è un diritto di tutti i cittadini.
Tale diritto sancito dall’Unione Europea nella “Carta Sociale Europea”, è stato introdotto nella legislazione italiana a seguito della ratifica avvenuta con le legge 9 febbraio 1999 n. 30. Con questa norma viene stabilito che tutte le persone hanno diritto all’abitazione e all’art. 31 viene previsto che le parti si impegnano a:
- favorire l’accesso all’abitazione di livello sufficiente;
- prevenire e ridurre lo status di “senza tetto” in vista di eliminarlo gradualmente;
- rendere il costo dell’abitazione accessibile alle persone che non dispongono di risorse sufficienti. In tal senso, sono stati siglati anche trattati internazionali sui diritti umani, vedasi l’articolo 25 della Dichiarazione universale dei diritti dell’uomo, l’articolo 11 della Convenzione internazionale sui diritti economici, sociali e culturali nonché l’articolo 28 della Convenzione ONU per i diritti delle persone con disabilità.
Il decreto legge 47/2014, convertito in legge – con modifiche – dal Parlamento Italiano (legge 23 maggio 2014, n.80) contiene il cosiddetto “Piano Casa 2014” elaborato dal Governo Renzi per fronteggiare l’emergenza abitativa ed è stato l’atto più recente di una politica della casa inadeguata per risorse stanziate ed incisività. Sono ormai trascorsi molti anni che i governi che si sono succeduti nel tempo, inneggiano slogan vuoti e privi di contenuto durante le campagne elettorali per le elezioni politiche ed amministrative, promettendo la casa alle persone bisognose, ma con il passare del tempo, il governo e gli enti locali hanno vistosamente diminuito l’attenzione e conseguentemente la disponibilità di alloggi pubblici o edificati con mutui agevolati da destinare alle giovani coppie, ai disoccupati, ai senza lavoro e alle famiglie meno abbienti nonché agli appartenenti alle forze dell’ordine e alle forze armate.
Va evidenziato che ormai da tempo, presso gli istituti autonomi per le case popolari (ex IACP ed ATER a Roma), vi sono lunghe liste di attesa di persone che aspirano ad avere una casa per poter stabilizzare il proprio nucleo familiare e sopperire agli elevati costi di un alloggio reperibile sul mercato libero, in quanto la “precarietà e l’instabilità” del mondo del lavoro non offrono garanzie certe, tali da poter permettersi un’eccessiva spesa per l’acquisto della prima casa.
Eppure vi è una normativa specifica che regolamenta la materia e che consente l’accesso alla casa popolare per chi possiede un reddito insufficiente, per chi è portatore di handicap grave o per i cittadini socialmente deboli e svantaggiati, che viene disciplinata dalla legge del 18 aprile 1962 nr. 167, la quale prevede l’acquisizione di aree edificabili per implementare l’edilizia economica e popolare in favore delle categorie protette e disagiate tramite sovvenzioni da parte dello Stato, delle Regioni e dei Comuni. Purtroppo, questa pratica è andata via via scemando e stiamo assistendo ad una completa inconsistenza sotto questo profilo da parte di chi amministra le Regioni e i Comuni del nostro Paese e nello specifico la Regione Lazio ed il Comune di Roma Capitale.
Da un’attenta analisi è emerso che tale limitazione si è verificata anche per gli appartenenti alle forze dell’ordine e delle forze armate, il cui personale in passato beneficiava di agevolazioni fiscali di edilizia economica convenzionata che consentiva i suddetti di costituirsi in cooperative edilizie con la finalità di poter riscattare successivamente l’immobile in uso divenendone proprietari. Pertanto, bisogna ripristinare l’applicazione delle leggi esistenti sopra richiamate finanziando piani edilizi di zona e risanando gli immobili dismessi, nel centro urbano e nelle periferie della capitale, sottraendole al degrado ambientale.
Negli ultimi tempi, nel nostro Paese il clima sul tema del diritto alla casa si è notevolmente riscaldato ed abbiamo purtroppo assistito ad una vera e propria chiusura da parte del governo e degli amministratori pubblici degli enti locali ( regioni e comuni) nei confronti delle persone con disagio sociale che non hanno la possibilità di pagare mensilmente l’affitto di casa al prezzo di mercato e sono costretti, loro malgrado, a vivere in luoghi di fortuna, senza poter usufruire di un bene primario che dovrebbe invece essere garantito a tutti i cittadini che hanno i requisiti stabiliti dalla normativa vigente.
In Italia la penuria di case popolari ha creato un clima di disorientamento e di conflitto tra classi sociali, per chi ha più diritto di aggiudicarsi un alloggio popolare, ne è un esempio lampante il recente caso verificatosi nella Capitale d’ Italia, in uno dei quartieri più degradati e precisamente nel quartiere San Basilio, noto quartiere della periferia romana, a seguito della legittima assegnazione di una casa popolare a una famiglia marocchina, dove alcuni abitanti del quartiere hanno impedito materialmente l’insediamento della stessa, per motivazioni apparentemente razziste che celano la frustrazione e l’insoddisfazione profonda nei confronti delle politiche abitative degli enti preposti.
Quanto è avvenuto ci rattrista profondamente in quanto tale episodio che va condannato ed è contro ogni logica e ogni principio di democrazia, in considerazione del fatto che il nostro paese è culla del diritto e della civiltà. Come è noto lo stato e gli enti locali periferici perseguono l’obiettivo di garantire pari dignità sociale e pari opportunità a tutti i cittadini, senza distinzione di sesso, di razza, di lingua di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali, secondo quanto dettato dall’articolo 3 della Costituzione Italiana.
Alla luce di quanto sopra evidenziato, l’Associazione “Sicurezza, Giustizia e Legalità – Osservatorio per l’Europa” ha lo scopo di sostenere una politica abitativa finalizzata a garantire effettivamente a tutti i cittadini italiani il vero diritto alla casa che uno stato democratico e moderno deve garantire ai propri cittadini per migliorare la loro qualità di vita e per garantire agli stessi il diritto a vivere degnamente in un paese civile.
Presidente dell’Associazione di Promozione Sociale Sicurezza, Giustizia e Legalità – Osservatorio per l’Europa
Dott. Michele Alessi